Come mantenere la caldaia in perfetto stato?

Domande e risposte più frequenti dei clienti CMCR

L'apertura di ventilazione deve garantire l'afflusso di almeno tanta aria quanta ne viene richiesta dalla regolare combustione del gas. Dette aperture devono avere sezione libera totale netta di passaggio di almeno 6 cm² per ogni kW di portata termica installata con un minimo di 100 cm². E' obbligatoria in qualsiasi locale in cui sono installati apparecchi a gas di tipo A o B o apparecchi di cottura.

Gli apparecchi alimentati da gas combustibile (gas metano o G.P.L) sono dotati obbligatoriamente di una serie di sicurezze di bordo contro la fuga accidentale di gas. Gli unici apparecchi che fanno ancora eccezione sono i piani di cottura a gas, per i quali non vi è l'obbligo della "termocoppia" di sicurezza. Tuttavia è consigliabile l'installazione di un piano cottura con termocoppia: nel caso in il rubinetto dei fuochi rimanga aperto in assenza di fiamma, il dispositivo non lascerà uscire il gas.
In tutti i casi, gli apparecchi alimentati a gas devono essere installati in locali ventilabili, ovvero in cui sia presente almeno una finestra (per il gas metano) o almeno una porta-finestra rivolta verso l'esterno (per il G.P.L., che in caso di fuga "cade" in basso). In alternativa alle finestre e/o porte-finestre è possibile far realizzare un "foro" di AREAZIONE in facciata, permanentemente aperto, di almeno 100 cm2 di sezione libera, netta posto in alto per il gas metano e in basso per il G.P.L.
Tale foro (comunque sempre raccomandabile, in ogni caso) serve a far sì che in caso di fuga il gas possa sfogare all'aperto, evitando di accumularsi in concentrazioni pericolose all'interno. Il foro è obbligatorio nel caso di installazione in un locale cieco di una tubazione del gas che presenti anche una sola giunzione filettata (es. alla valvola gas dell'apparecchio).
La fuga di gas può infatti accadere non solo per un evento accidentale ed involontario (es. rubinetti della cucina lasciati aperti), ma anche per una perdita dall'impianto (ad es. dal tubo della cucina o da una parte filettata della tubazione del gas).
È necessario ricordare che il foro di AREAZIONE non è da confondere con il foro di VENTILAZIONE, il primo ha come scopo la fuoriuscita di eventuali miscele pericolose, mentre il secondo serve a fornire ossigeno per la corretta combustione degli apparecchi.

Sul libretto d'uso della caldaia è descritto tutto ciò che serve all'utente per un buon utilizzo dell'apparecchio e le relative prescrizioni di sicurezza.

Le operazioni di manutenzione della caldaia e la relativa periodicità devono essere riportate nel libretto d'uso e manutenzione dell'apparecchio secondo quanto previsto dalle normative vigenti, di norma tali indicazioni riportano l'obbligo di almeno una manutenzione annuale, questo perché una corretta manutenzione annuale garantisce il funzionamento in sicurezza della caldaia ed il mantenimento delle sue prestazioni.

Si in quanto la manutenzione annuale è obbligatoria (si veda DPR 412/93, 551/99 e D.Leg. 192/05) e consente, di norma, di accedere a tutta una serie di servizi addizionali

È il rapporto tra la potenza termica convenzionale, che tiene conto del calore perso al camino, e la potenza termica del focolare.

La caldaia a condensazione perchè recupera il calore latente contenuto nei fumi di combustione che di norma nelle caldaie tradizionali, viene perso.

Nel 2005 è stato pubblicato un nuovo decreto (D.Leg. 192) che tratta di rendimento energetico degli edifici, in questo decreto si parla di cadenza relativa ai controlli sull'efficienza energetica degli impianti e stabilisce delle tempistiche minime di riferimento. Niente a che vedere con le cadenze relative ai controlli sulla sicurezza degli impianti e alle manutenzioni delle caldaie che devono essere eseguite secondo le indicazioni del costruttore.

Il responsabile d'impianto è il proprietario o l'occupante o per essi un terzo responsabile.

Il locatore è tenuto a dare in locazione un immobile idoneo all'uso a cui è destinato, così come prescrive l'art. 1575 del CC.
L'idoneità dell'immobile si estende anche agli impianti tecnologici che ne sono parte integrante.
L'idoneità all'uso degli impianti tecnologici deve essere valutata in riferimento alle prescrizioni della Legge 5.3.90, n. 46 che fa espresso rinvio alle norme tecniche dell'UNI e del CEI ed è valida per tutti i tipi di impianto ed al DPR del 26 agosto 1993, n. 412 per gli impianti termici.
Tutti gli impianti devono essere adeguati alle prescrizioni tecniche entro il 31.12.98. Il mancato rispetto del termine comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa da L. 500 mila a L. 5 milioni (art. 7 comma 3, L. 5.3.90, n. 46 ed art. 4, comma 2, L .5.1.1996, n. 25).
Pertanto se il locatore da in locazione un immobile i cui impianti non sono conformi alle prescrizioni tecniche vigenti si può ravvisare, oltre ad una responsabilità amministrativa, una responsabilità civile, per inadempimento contrattuale, nei confronti dell'inquilino.
Quest'ultimo infatti ha preso in locazione un immobile nella convinzione che fosse idoneo all'uso, mentre non lo era.
Se poi a causa dell'inadeguatezza degli impianti derivassero conseguenze dannose anche a carico di terzi, il locatore dovrà rispondere anche dei danni da questi subiti.
Si può inoltre ipotizzare anche una responsabilità penale qualora si riconosca che l'inadeguatezza originaria degli impianti ha causato lesioni gravi o mortali a qualunque persona.
Per quel che attiene più specificatamente agli impianti termici autonomi la responsabilità del locatore si esaurisce nel momento in cui questi consegna al locatario un impianto a norma.
Spetta infatti all'inquilino - conduttore dell'impianto far provvedere alla corretta e regolare manutenzione da parte di impresa abilitata (ex Legge 46 del 5.3.90).

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